home biografia discografia recensioni progetti concerti galleria links scrivimi
 
 

A Voice, A Soul n° 17

a cura di Bruno Pollacci - "AnimaJazz"
(Data: 2006-08-01)
 

DUBIDUBIDU n° 11

a cura di Bruno Pollacci - "AnimaJazz"
(Data: 2006-12-23)

FRANCESCA LEONE - COM OS VIOLÕES
Alessandro Carabelli per Jazzitalia

Francesca Leone è una cantante barese con una voce molto raffinata e possiede la rara capacità di trasmettere in maniera convincente le emozioni e le sfumature tipiche della bossa nova.

Undici brani tutti della tradizione brasiliana compongono questo brillante lavoro che spicca sia per le qualità sonore ed esecutive di altissimo livello, sia per una grande ricchezza ritmica, che riesce ad andar oltre ai canoni standardizzati del modello riproposto, spaziando spesso con agilità tra diverse tessiture ritmico-melodiche.

La fruttuosa presenza, poi, di due eccellenti musicisti del calibro di Guido Di Leone e di Eddy Palermo, ha aiutato la formazione ad instradarsi lungo percorsi mai banali, ricchi di assoli molto ispirati ed accattivanti, la cui massima espressione è riscontrabile nella fantastica "Deixa". Da sottolineare anche i cammei regalati dal lirico Renato D'aiello, che col suo caldo e suadente sassofono tenore riporta alla mente antiche sonorità "stangetziane".

Sebbene sia un disco senza dubbio di facile fruibilità, tuttavia, non ci troviamo in presenza dell'ennesimo banale tentativo di creare una nuova onda rivoluzionaria basata sul ritmo brasiliano della bossa nova, bensì di un ottimo lavoro, molto elegante, intenso, pieno di nuances liriche, sotto il segno della semplicità e della poesia.

 
 
 
 
 

DISCHI: IL BRASILE IN CASA PROPRIA


di Maurizio Mazzacane

Guido Di Leone è un vecchio amico del Brasile. Inseguito (e riproposto) con la chitarra nelle notti di note e nelle atmosfere di un disco. Di tre dischi: quelli condivisi con Paola Arnesaano e Mario Rosini («Abrasileirado») o, qualche tempo più avanti, con la stessa vocalist e il percussionista Enzo Falco (è il progetto "Trio De Janeiro") e con il gruppo allargato di Paola Arnesano («Falando de Jobim»). Tre registrazioni, quelle, eseguite in uno studio: come qualsiasi altra, del resto. Ma i tempi si evolvono e la tecnologia avanza. Anzi, emigra. In casa propria, magari. E sì, perché il quarto tributo alle sonorità oroverdi del chitarrista barese si compie (e si realizza) tra le pareti del suo domicilio, in una stanza opportunamente preparata. Proprio come se fosse una sala di registrazione. Incensando il concetto di autoproduzione: uno dei segni distintivi di questi tempi autarchici, dove è necessario arrangiarsi per non soffrire. E uno degli ingredienti della Puglia musicale che pulsa, che fermenta sempre più.
A proposito: il suo ultimo lavoro è firmato dalla Fo(ur), etichetta che lo stesso Di Leone ha inaugurato e lanciato da un paio di anni con alcuni compagni di musica, come Mino Lacirignola e Larry Franco. E, allora, l'autoproduzione è davvero totale. Come lo stesso cd («Bossa na Minha Casa», «Bossa a Casa Mia») si sforza di sottolineare: cominciando dal titolo. E passando per le foto di copertina e per le note scritte a margine: «Siamo seduti sul divano bianco dopo aver ascoltato i dischi di Baden Powell. la pasta bolle in pentola. Guido prende la sua chitarra classica e comincia a suonare qualche brano di bossa. E se provassimo a registrare con il cd recorder questo incontro tra amici? Sono le 23,30 e tutto è pronto».
Le tracce sono quattordici: si va da "Samba de Verão" di Menescal (interpretata in inglese dalla voce di Francesca Leone) a "Chove Chuva" di Jorge Ben, da "Brigas Nunca Mais" della "dupla" Jobim-De Moraes alla meno ripercorse "Reza" di Edu Lobo e "Samba de Duas Notas" de Luís Bonfá, dalla più leggera "Chiclete con Banana" di Gilberto Gil alle più popolari "Bim Bom" e "Um Abraço no Bonfá" di João Gilbero, "Você e Eu" di Carlinhos Lyra, "Samba da Minha Terra" di Dorival Caymmi, "Este Seu Olhar", "Berimbau", "O Pato" e - poteva disertare? - "Garota de Ipanema". E il prodotto - come dicevamo, fortemente artigianale, nell'accezione migliore del termine - è assolutamente credibile.
Pugliese è anche il resto del quartetto ritrovatosi in circostanze più o meno casuali esattamente un anno fa (ma la masterizzazione avverrà più avanti, nel novembre del 2007, così come il completamento della produzione, ad inizio di quest'anno): detto della chitarra di Guido Di Leone e di Francesca Leone (che continua a spiare le tonalità brasiliane con un'altra formazione, quella dei Marchio Bossa), ecco il contrabbassista castellanese Bepppe De Lilla e il batterista barese Fabio Delle Foglie: per l'occasione, assorbito da rullante e charleston. Intanto, «la città dorme, pioviggina, noi suoniamo, relax e saudade si diffondono per la stanza. Sono le 3,30. Forse, in studio, non avremmo registrato questi brani, forse ovvi e scontati, forse avremmo cercato a tutti i costi perfezione di suoni, dinamiche. Ma questa volta ci piace così. Ci salutiamo contenti e rilassati. Ecco "Samba na Minha Casa"».
Bossa na minha casa (Fo(u)r, 2008)

17 febbraio 2008
http://www.levignepiene.com/recensioni.php?rec_id=212

   
Prendi una bella voce, affidala al repertorio di uno dei maggiori songwriter americani: Jimmy Van Heusen, convoca tre ottimi strumentisti, ed il gioco è fatto…. Magari fosse così semplice fare un bel disco!
Non è retorica affermare che spesso le idee nate quasi per caso risultino poi vincenti. Questo è, in parte, ciò che è accaduto con il disco “All the Way” di Francesca Leone, un debutto che fa gridare: “alla faccia dell’esordio!”
L’omaggio all’arte di Jimmy Van Heusen è un’intuizione encomiabile, sapientemente appoggiata in questo progetto da Guido Di Leone (il destino evidentemente li ha uniti anche nel cognome!), chitarrista dal tocco fidato e dallo swing irrefutabile.
Dalle tracce del disco scaturisce un lavoro di grande interesse, un suono raffinatamente jazz che mai si adagia su interpretazioni o arrangiamenti scontati, offrendo una musica dalla solida struttura, non risultando inarticolata o eccessivamente ornamentale, permettendo alla bella voce di Francesca di scorrere via leggera, regalandoci nitori sonori decisamente gradevoli. Il suo è Un vocalese vellutato ed assai raffinato che mai si smarrisce in nessun contesto sonoro, dimostrando grande talento. Calde le interpretazioni della Nostra, in grado di immergersi fino in fondo nei testi eseguiti, fugando ogni dubbio e rivelando tutte le sfaccettature ed i chiaroscuri: armonie ricercate eseguite in modo naturale, seguendo ogni piegatura melodica, traendo forza da ciò che di più profondo ed intimo possa esistere. Una vocalità di stampo americano, curata, autorevole e precisa, nessun timore di farsi sopraffare da realizzazioni quali la stessa “All the Way”, eseguita con magistrale rigore, oppure “The Tender Trap”, o il particolare omaggio blues a Van Heusen, scritto a due mani da Francesca e Guido, dal titolo “Chester Blues”. Da segnalare davvero l’ottimo apporto ed interplay, anzi “tiro bluesy” come lo definisce la stessa Leone, di Teo Ciavarella al piano e Aldo Vigorito alla batteria.
Eloquenti credo siano alcune parole di Paola Arnesano estrapolate dalle linear notes del disco: “una voce pulita, sincera e senza ostentazioni, come è giusto che si tratti qualcosa che si ama”.
Ottimo esordio Francesca!
Franco GIUSTINO per Jazzitalia
 
 
 
 
   
Ciao Francesca, soltanto in questi giorni ho potuto ascoltare il tuo omaggio a Jimmy Van Heusen uno degli autori, tra l'altro, da me preferiti nella già vasta rosa di personaggi di una stagione ahinoi irripetibile. Mi avrebbe fatto estremamente piacere anche poter scrivere di te con una recensione... nel mare magnum dell'iperproduzione discografica jazzistica, specialmente italiana, capita abbastanza raramente di imbattersi in un disco "pulito" e fortemente ispirato come il tuo "all the way". Apprezzabile la scelta del repertorio, i compagni di viaggio che conosco da tempo e stimo per la loro linearità artistica, ma principalmente una lode al tuo coraggio di affrontare gli standards da sempre terreno formativo per chi fa questa musica anche se per molti restano quasi snobbisticamente qualcosa da superare a piè pari, ma sappiamo benissimo che senza tradizione non c'è innovazione...anche nel jazz. Spesso tra le voci ci si inerpica frequentando sentieri sonori e vocali troppo arditi pur di dimostrare doti che non necessariamente risiedono nella cosiddetta avanguardia ed altrettanto necessariamente non è con l'avanguardia che si sempre ricerca. La tua voce ha una nitidezza espressiva che spero ti porti molto lontano in questa avventura ed un background carismatico per le eco di eccellenti colleghe che ti hanno precedute. Una voce limpida che non ha timore di scandire i testi ed un vocaleese sciolto che incita al trasporto ed alla comunicativa strumentale come, almeno io, non ascoltavo da tempo tra le nuove leve.
Insomma, non sto a citarti questa o quella interpretazione dei brani del disco ma a ribadirti che per me le carte in regola ci sono tutte
qualcuno ha detto che il destino di un uomo è il suo carattere
per te sicuramente vale anche il cognome
ad maiora!

Enzo Gravante
giornalista professionista free lance
 
 
  home biografia discografia recensioni progetti concerti galleria links